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Le nostre vie e le nostre piazze, come accade in tutto il mondo, sono piene di monumenti commemorativi ai milioni di caduti di quella che sembra una “guerra dimenticata”. 

Nessuno riesce a discernere, in un particolare architettonico o in una sontuosa facciata di un edificio, un memento deposto a testimonianza d’affetto, rispetto e amore per chi diede tutto per ideali tanto grandi, poco meno di un solo secolo fa.

 

Proprio per questo motivo, per non dimenticare la Grande Guerra, mi sono prefissato l’obiettivo di risvegliare o far nascere l’interesse non solo per accadimenti storici ma soprattutto per le migliaia e migliaia di giovani vite che vennero così e violentemente spezzate per gli stessi ideali di patria, libertà e democrazia che l’umanità tutta insegue da sempre. 

Il mio amore per la storia e l’immenso interesse proprio per quella che fu definita, non a caso, la Grande Guerra, vuole testimoniarsi semplicemente attraverso la conservazione del reale ricordo di chi ci ha permesso, grazie al suo estremo sacrificio, di essere e vivere nel mondo di oggi. Ogni passo compiuto in questa direzione, anche il più modesto, serve proprio per non dimenticare chi diede la vita per un ideale, senza chiedere mai nulla in cambio. Scordare tale silenziosa abnegazione e così tanta morte e dolore, significherebbe relegare all’oblio la preziosa esperienza su cui, ancor oggi, gran parte del mondo basa la pianificazione del proprio futuro, privilegiando la pace e la prosperità, senza rovinare in ennesimi, nefasti echi di guerra.

 

E’ dunque un messaggio estremamente importante, soprattutto per le giovani generazioni: è di vitale importanza capire che i reportage di guerra di cui trasudano le cronache contemporanee altro non sono che un vero e proprio abominio, da cui rifuggere, senza mai scordarsi la lezione del passato. Mi permetto di considerare i miei sforzi a guisa di investimento sul futuro delle nuove generazioni – soprattutto di quelle dei cosiddetti “«millenials» - i nativi digitali – a cui sempre meno viene insegnato e spiegato un nostro passato così importante e ancor oggi prossimo.

 

L’approccio che ho seguito per analizzare in dettaglio argomenti topici o più generali, che spaziano dalla pura storiografia militare alla sfera socio-economica e politica, non vuole essere ne’ critico, nè demagogico; al contrario, lo studioso contemporaneo di oggi si permette semplicemente di dire la sua, dopo aver metabolizzato differenti punti di vista, osservazioni ed analisi del passato, riviste con la lucidità e il distacco necessari e finalmente disponibili per affrontare argomenti tanto complessi, quanto, all’epoca, gravidi di radicali sviluppi e trasformazioni della civiltà europea e mondiale.

Ulteriori approfondimenti sono pubblicati anche su: www.lagrandeguerra.net

ARTICOLI DI APPROFONDIMENTO

Alessandro Gualtieri è un professionista milanese, che opera da anni nel settore energetico industriale e civile; è inoltre un appassionato storico e ricercatore, che da anni studia assiduamente il periodo bellico 1914-1918 su scala mondiale. Nel 2012 ha partecipato, in veste di oratore, alla conferenza “La Grande Guerra in Italia – rappresentazione e interpretazione” tenutasi all’Università di Oxford, Regno Unito.

Tra le sue opere editoriali di maggior rilievo, vale la pena di citare “Verdun 1916”, “Le battaglie di Ypres”, “La Grande Guerra delle Donne”, “Caporetto, il prezzo della riscossa” e “L’aviazione della Grande Guerra”, tutte attualmente disponibili nelle migliori librerie italiane. Dopo importanti collaborazioni con L’Espresso, Radio Popolare e la BBC, Alessandro Gualtieri ha deciso di impegnarsi ancor più concretamente per preservare e commemorare la memoria storica del nostro Paese e dell’umanità intera, n relazione al sanguinoso inizio del secolo scorso.

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